Questo post nasce con un piede fuori dalla libreria stamattina, ancora prima delle dieci…esco con il mio bottino di libri nel sacchetto e mi sembra di aver dentro un tesoro. Ne ho preso uno per i miei due bimbi grandi, uno per la mia bimba-ruspa, due per amici neogenitori, uno per la mia migliore amica ed uno per una grande maestra.

Ho-un-problema-con-i-libri.

Avete presente lo shopping compulsivo di borse e vestiti? Io no.
Ho ben presente quello di libri.
Amo leggere fin da quando ero piccolissima, ricordo ancora in modo vivido la prima volta che sono riuscita a mettere in fila le lettere di un testo di un vecchio libro di lettura di mia mamma. Il mio amore per i libri e i racconti è viscerale: mi tuffo, mi immergo, sparisco tra le righe, me li mangio a colazione, pranzo e cena, mi porto dentro le emozioni, i luoghi che visito, i personaggi che incontro, parto per viaggi notturni nel silenzio della casa, quando tutto si spegne.
Mi emoziono quando incontro di nuovo un libro che si era perso nei meandri del tempo: una volta alla Fnac, da poco più che adolescente, mi sono messa a piangere di gioia perché ho trovato “Le quattro stagioni di Boscodirovo” che da piccola ho preso, ripreso e strapreso in prestito dalla biblioteca, stamattina ho avuto un tuffo al cuore ritrovando il mio libro di cornicette preferito.
Una parte importante, direi insostituibile, del mio essere ostetrica è quello di accogliere e custodire le storie. I libri insegnano ad ascoltare ed accogliere, a loro devo davvero tanto in questo senso.  Quando incontro una nuova famiglia, una nuova mamma la prima cosa che faccio è quella di raccontarmi qualcosa di lei, della sua storia, della sua gravidanza, del suo parto. Ho ricevuto storie bellissime a bordo della piscina, tra un esercizio e l’altro, di bimbi desiderati ed arrivati da lontano, di bimbi sognati e arrivati con sorpresa quando la speranza ormai era poco più che un lumicino, storie gioiose e storie dolorose, di nonni che volano in cielo e bimbi pronti ad atterrare sulla terra. Ho raccolto storie nella penombra di una camera da letto, tra una contrazione e l’altra, tra un respiro, un vocalizzo e il silenzio. Ho una collezione di racconti che annaffio con sorrisi e lacrime e a volte raccolgo anche un po’ di letame, serve per concimare e raccogliere frutti ancora più belli, quando la stagione della pioggia e della tristezza passa.
Perché quando si racconta un pezzettino di se stessi si moltiplica la gioia e si lenisce il dolore.
Nel cuore conservo e custodisco con profonda gratitudine tutti questi tesori, da poco ho iniziato a mettere in circolo anche i miei pensieri e le mie riflessioni. Non che prima non lo facessi, lo facevo su un diario, tuttavia ho sempre trovato di non essere abbastanza “saggia” o abbastanza in grado di ritrasmettere quello che avevano suscitato dentro di me. A gennaio ho compiuto trent’anni e forse posso permettermi di uscire dalla mia zona di comfort e provare ad espormi e raccontarmi, vincere la mia riservatezza per dire anche a chi legge che vivo un sacco di storie straordinarie nel quotidiano della mia esperienza di ostetrica di paese.

Racconto la Bellezza e la Meraviglia della Vita.

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