Break the silence: rompiamo il silenzio su Baby blues e Depressione post partum.

Blog page

E’ un argomento che mi sta molto a cuore, dico la verità, soprattutto per il grande tabù che ancora nasconde in generale i sentimenti di “non comfort” legati all’arrivo di un nuovo bimbo nella famiglia. Si tende a non guardare, non parlare, non dire che a volte la maternità può essere difficile e faticosa, che qualche volta si può sperimentare una tristezza che non si pensava possibile in un evento così atteso.
Le parole che troverete sono di una mamma che ha desiderato, atteso, accolto con grande gioia i suoi bimbi (che ora sono quattro!)…ma che si è scontrata con un’esperienza che l’ha messa a dura prova, soprattutto nei primi momenti. La ringrazio di cuore per aver rotto il silenzio e per aver raccontato con il cuore aperto, con semplicità e schiettezza quello che ha vissuto.


“E’ difficile per te spiegare come ti senti, perché le persone che hai vicino si aspettano che tu sia felice, ora che il tuo bimbo è nato. Tu vuoi essere felice, ma ti sembra di non farcela.”

Questa frase, che ho trovato sul volantino di un Consultorio che organizza incontri per neo-mamme, descrive in pieno la sensazione vissuta nei miei primi mesi da mamma.

Purtroppo ho trovato questo volantino quando il mio bambino aveva già un anno, mentre invece, quando ne avrei avuto bisogno, mi sono trovata da sola. Dopo aver cercato e desiderato il mio primo bambino e dopo una bella gravidanza, piena di gioia e di attesa, mi sono ritrovata spiazzata dal temibile baby blues (tristezza dopo parto).
Ne avevo sentito parlare, durante il corso pre-parto, ma sono stata letteralmente travolta (e sconvolta) da alcune sensazioni particolari legate al baby blues, cui nessuno mi aveva preparata. Una fra tutte: l’impressione di avere tra le mani un piccolo estraneo, al quale non c’era nulla di particolarmente “magico” che mi legava e rispetto al quale sentivo di avere solo tanti doveri, che mi caricavano di ansie e di senso di inadeguatezza. In poche parole, non sentivo per questo neonato quell’amore viscerale e ancestrale che ero convinta avrei provato non appena l’avessi visto.

Questa cosa mi ha sconvolta e mi ha fatta sentire sbagliata, non degna di essere mamma, forse anche un po’ malata.

Ricordo che mi guardavo intorno e mi sembrava che tutte le altre neo-mamme fossero più “mamme” di me, le vedevo a loro agio in quel nuovo ruolo, serene e soprattutto innamorate del loro piccolino. Io mi adattavo, sorridevo, facevo finta di stare bene, di essere felice. E intanto dentro di me continuavo a sentirmi sbagliata.

Il tempo ovviamente ha risolto tutto, il tempo e l’insostituibile aiuto di mio marito. Ben presto, senza quasi accorgermene, ho iniziato a stare sempre un po’ meglio, a sentirmi sempre più a mio agio, più serena… E mi sono ritrovata perdutamente innamorata del mio meraviglioso bambino, così come ogni altra mamma!

A distanza di un anno dalla nascita del mio bambino, ho cominciato però a scoprire un mondo di cui non sospettavo l’esistenza e che mi ha aiutato ulteriormente a fare pace con il mio modo di essere mamma.
Ho capito che non ero io ad essere sbagliata: ho iniziato a conoscere la voce di tante mamme (trovate soprattutto attraverso internet) che avevano vissuto la mia stessa esperienza, le stesse sensazioni. Ho scoperto che, se è naturale che una mamma ami i suoi figli, è altrettanto normale che inizialmente ci sia una destabilizzazione tale da rendere difficile l’attaccamento. Certo, non capita a tutte, ma c’è. Esiste. È normale. E questo non rende la mamma meno mamma.

Da sette mesi sono diventata mamma per la seconda volta, e anche se mi ero illusa che stavolta non avrei sperimentato il baby blues (mi consideravo, in un certo senso, “immunizzata”!), ho ritrovato in pieno le stesse fatiche e le stesse sensazioni.

Però stavolta non ho fatto finta di niente!

Ne ho parlato, oltre che con mio marito, con mia mamma e con le mie sorelle, non ho avuto vergogna di farmi vedere piangere, mi sono sfogata con amici e amiche e, soprattutto, ho chiesto aiuto.

Una figura professionale come l’ostetrica può fare molto. Soprattutto quando si unisce alla professionalità una sensibilità non comune (oltre ad un’amicizia che ci lega da tanto). Non appena il baby blues mi ha aggredita ho chiesto a Maria se poteva venire ad aiutarmi. E lei mi ha risposto: “sei stata brava a chiamare”.

È vero, sono stata brava. E ancora più brava è stata lei, che con poche parole e con uno sguardo attento ha saputo farmi riconoscere che, in fondo, so essere una brava mamma. Nonostante la tristezza e il caos, so prendermi cura dei miei bambini, e se lo so fare è perché li amo!

La capacità e il coraggio di cercare aiuto mi hanno davvero ripagata, perché stavolta il baby blues ha tolto il disturbo in poco tempo. Non me lo sono trascinata dietro per mesi, come era successo con il mio primo bambino!

E da allora non perdo occasione, ogni volta che incontro neo-mamme, di raccontare la mia esperienza, per far loro capire che È NORMALE! E che basta avere l’umiltà e il coraggio di chiedere aiuto per sistemare ogni cosa!

This template supports the sidebar's widgets. Add one or use Full Width layout.
error: Content is protected !!